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"Tempo e memoria (dunque) si dispiegano nella durata che è un'architettura animica in cui passato e presente si giustappongono e si compenetrano in una ri-scrittura del senso della vita. Tempo e memoria dunque si dispiegano nella durata che è la dimensione ontologica di Inventarium e dell'arte tutta di Giovanni Gaggia. Inventarium come inventario ovvero lista, elenco. Inventarium come "storia di parole e di cose, parole come cose. Prove, testimonianze. Trovate, enumerate, registrate. Sommerse e salvate, archiviate". È dalle fondamentali pagine del Libro della Memoria che Gaggia, la cui ricerca artistica si dispiega in una molteplicità di espressioni, diparte per la strutturazione di questa sua "grammatica della memoria", generando connessioni di persone, cose, pensieri. "Le cose, testimonianze della vita delle persone. Gli oggetti sono tracce. Segni di una presenza. Impronte. Gli utensili, il valore d'uso delle cose". Gli oggetti del vissuto riemergono prepotentemente per trasfigurare in icone sacre ed inattingibili, monumenti alla meditazione sugli umani destini."